sabato 23 luglio 2011

Le eruzioni pericolose

Qualche sera fa ho avuto, se mai ce ne fosse stato bisogno, la prova che il confine tra il mondo virtuale e quello reale non è poi così impermeabile. 

Mi trovavo infatti a fare il buontempone alla GAMEC Open Air, uno di quei locali dove la gente come me passa la serata a lamentarsi delle difficoltà che si incontrano per raggiungere il bancone a causa della gran calca, senza quasi notare che gli ostacoli interposti tra la propria sete e l’agognata birra sono per lo più folti drappelli di possibili giovani prede… Per farla breve, ad un certo punto di questo tortuoso percorso, ho notato un ostacolo dal volto familiare, anche se non riuscivo a ricordare dove lo avessi già visto. Chiesta assistenza al mio compagno di bevute, questo me ne ha immediatamente sciorinato vita morte e miracoli, ma sarebbe bastato il nome a permettermi di collegare: la ragazza si era da poco laureata e i suoi famigliari avevano avuto l’idea di festeggiarla inserendo un annuncio sul sito internet creato dalla mia azienda! Come ogni annuncio corredato di immagine raffigurante una giovane di bell’aspetto, anche il suo aveva compromesso completamente la produttività dell’intero ufficio per una mezz’ora buona. Ovviamente ho evitato di raccontarle tutto questo quando poco dopo me la sono trovata di fronte, richiamata dal mio amico con un calcetto sul sedere (mi ha poi spiegato che era così che si comportava con lei quando faceva l’animatore al Centro Ricreativo Estivo… 10 anni prima). 

Glissando accuratamente sull’argomento “stalking virtuale”, la discussione si è spostata su quanto si fosse divertita durante le recenti vacanze a Mykonos. Mentre ascoltavo – e pensavo che forse il divertimento era stato almeno in parte determinato da ragioni che in quel momento lei ometteva di esplicitare – mi dicevo: “allora è possibile incontrare una ragazza carina e normale anche in un paradiso gay!” O almeno è quello che auguro al mio Tutor, che qualche settimana addietro ha prenotato un volo per Gran Canaria, scoprendo solo successivamente trattarsi di una delle mete più gay-friendly del pianeta, al punto che digitandone il nome in Google, il motore di ricerca propone come terzo autocompletamento “gay”!

Incontrare una ragazza etero, che in quel posto è un po’ come trovare un ago in un pagliaio, non equivale comunque ad avere completato l’opera. Avvicinata la preda, il leone deve sfoderare gli artigli e non fallire la zampata. Il fatto è che in un territorio di caccia come Gran Canaria non puoi mai essere sicuro che la preda sia – come dire… - “commestibile”. La spiacevole sorpresa può essere sempre dietro l’angolo o, anche peggio, dietro e basta. Per uno poi che, come il mio Tutor, ha spesso le percezioni alterate da qualche drink di troppo e che ha perso un po’ di sensibilità in certe zone per via dei ripetuti appoggi subiti da clienti e colleghi, l’errore di valutazione è quanto mai possibile, direi quasi probabile. Per scongiurarlo bisognerebbe premurarsi di sottoporre ogni interlocutore al test noto come “la mano del Plinio” dal nome di un rinomato pediatra della Bassa, il quale usava corredare la visita ai giovani pazienti con una vigorosa palpata alle parti intime per verificarne il regolare sviluppo. 

A me piace pensare che il nome di questo luminare dell’era moderna non per caso coincida con quello del maggior scienziato della Roma Antica: Gaio Plinio secondo, meglio noto come Plinio il Vecchio, autore dei 37 volumi della mastodontica opera enciclopedica nota come Naturalis Historia, sorta di miscellanea della scienza antica. Solo la sete conoscitiva di un uomo che come lui morì soffocato dalle esalazioni sulfuree per osservare più da vicino l’eruzione del Vesuvio che nel 79 a.C. sommerse Pompei ed Ercolano può infatti essere a ragione paragonata a quella diell'inventore di un test pericoloso quanto il controllo diretto dell’anatomia del futuro partner; se infatti il Plinio moderno ci ha insegnato che un’osservazione superficiale potrebbe risultare dolorosamente ingannevole, già quello antico ci aveva messi in guardia: ad avvicinarsi così tanto al vulcano si rischia di non avere il tempo sufficiente per scampare all’eruzione…

martedì 21 giugno 2011

Il test dell'appoggio

Da una settimana a questa parte ho accantonato un po’ il mio attrezzo sportivo preferito – la bicicletta – in favore delle scarpe da running: per quanto infatti il mio Tutor non sia affatto pressante nell’assegnarmi incarichi e tanto meno asfissiante nel richiederne un celere svolgimento, le ore che passo quotidianamente in ufficio non mi permettono più di trascorrere in sella il tempo minimo necessario per imbastire un allenamento degno di questo nome. Il mio Tutor poi sotto questo punto di vista non è esattamente uno stimolo formidabile: basti pensare che il Leader gli ha prospettato la necessità di un piano almeno triennale perché possa riacquisire una forma atletica sufficiente ad attirare donne grazie ai muscoli oltre che in virtù del fascino magnetico della sua parlantina e che, a seguito del primo appuntamento di questo ambizioso progetto (una partita di tennis arenatasi sul punteggio di un set pari probabilmente per la manifesta incapacità fisica a proseguire palesata dai partecipanti) oggi ha accusato svariati e persistenti dolori.

Così ho infine stabilito che almeno dal punto di vista atletico non prenderò a modello il mio Tutor e ho estratto dalla scarpiera le mie scarpe da running rosse fiammanti. Sono quasi nuove perché le ho acquistate in primavera per rimpiazzare le precedenti, dimenticate alla stazione di Milano Lambrate durante uno sciagurato viaggio Bergamo-Pavia poco poco prima della laurea.
Quando si comprano delle scarpe da running è buona norma acquistare un modello che assecondi e compensi il tipo di andatura dell’atleta per cercare di scongiurare l’insorgere di problemi articolari; per fare questo in maniera scientifica è necessario sottoporsi ad una pratica nota tra gli appassionati come test dell’appoggio, grazie a cui è possibile determinare se durante la corsa l’atleta tocca terra sfruttando maggiormente la parte interna della pianta del piede (in tal caso si definisce pronatore)  quella esterna (supinatore) oppure abbia una tecnica molto efficiente e sia quindi “neutro”.

Il neutro, oltre ad essere una tipologia di runner, è anche uno dei tre generi della morfologia nominale latina insieme al maschile e al femminile. Mentre queste ultime due categorie si sono conservate nelle lingue neo-latine in generale e nell’italiano in particolare, il neutro si è estinto, sebbene il mio Tutor spesso ne rievochi il concetto per giustificare la sua disciplinata e, direi quasi, inerte condotta sessuale: lui dice di essere ormai asessuato, ovvero neutro. Non è che io in questo campo sia un fenomeno e anzi forse nessuno meglio di me potrebbe essere discepolo ricettivo e adatto a ripercorrere le orme del modello. Pur tuttavia non sono ancora convinto che sottoponendoci ad un accurato test dell’appoggio il mio Tutor e io risulteremmo far parte della categoria dei neutri piuttosto che di quella dei pronatori o dei supinatori. Secondo me il risultato del test decreterebbe che per indole tanto io quanto il mio Tutor, nella vita ancor prima che nello sport, siamo persone che, più che appoggiarlo, finiscono sempre per farselo appoggiare.

venerdì 3 giugno 2011

Partite truccate

Oggi il mio tutor - ancora scosso dallo scandalo del calcio scommesse che ha sconvolto l'intero ufficio - mi ha insegnato che bisogna boicottare le partite quando si percepisce che sono state truccate.
Scelto infatti dal Leader come spalla ideale per arrivare a bordo della sua super-sportiva nuova fiammante in un locale fashion dove avrebbe potuto godere della compagnia di tre giovani, avvenenti e - secondo voci di corridoio - disponibili ragazze, ha declinato l'invito adducendo in maniera poco convincente giustificazioni vaghe e che i maligni già bollano come frottola, mormorando che l'insormontabile impedimento sia piuttosto costituito dalla necessità di svegliarsi presto il giorno seguente per partecipare all'imperdibile Sagra degli Uccelli, in programma fin dalle prime luci dell'alba nel favoloso scenario del parco della casa di riposo di Brembate di Sopra.
Oggi il mio tutor, a costo di passar per l'attaccante brocco capace di non metterla dentro neanche calciando a porta vuota, mi ha impartito una grande lezione; e cioè che quando la palla rotola verso la porta sguarnita del portiere senza che gli avversari oppongano resistenza, sotto potrebbe esserci del marcio e a precipitarsi ad insaccarla in rete accecati dalla gran voglia di vincere, si rischia la Lega PRO.

martedì 31 maggio 2011

I vasi comunicanti

Ieri il mio tutor - con l'intento di sfottermi per l'infelice espressione di "database comunicanti" inserita in una relazione - è andato alla lavagna per spiegarmi il principio dei vasi comunicanti con tanto di disegno ed equazione.

Da bravo stagista sono andato a ripassarmi la lezione attingendo direttamente alla fonte più inconfutabile dello scibile umano: Wikipedia; e vi ho trovato la seguente affermazione: "Il principio dei vasi comunicanti è stato scoperto da Galileo Galilei...".
Ma a me è venuto in mente un passo del Simposio di Platone in cui Agatone, fresco vincitore di un concorso drammatico e padrone della casa in cui si sta per svolgere il consesso più famoso della letteratura di tutti i tempi, invita Socrate appena arrivato a sedersi di fianco a lui ed enuncia quello stesso principio dei vasi comunicanti con circa due millenni di anticipo rispetto al padre della scienza moderna cui è comunemente attribuito:
«Qua, qua,» esclamò, «Socrate vieniti a sedere vicino a me, così, gomito a gomito, con un sapiente, io potrò godere della grande scoperta che hai fatto davanti ai portoni; è chiaro che qualcosa l'hai dovuta pur sempre scoprire, altrimenti mica ti saresti mosso, tu.» E Socrate, sedendosi: «Sarebbe una bella cosa, Agatone, se la sapienza potesse scorrere da chi ne ha di più a chi ne ha di meno, soltanto che ci si mettesse uno vicino all'altro, come l'acqua che attraverso un filtro passa dal bicchiere pieno a quello vuoto. Se anche per la sapienza è così io sarò onoratissimo di starmene al tuo fianco; sono convinto che sarò colmato da parte tua di tanta e bella sapienza, perché, vedi, la mia, seppure ne ho, è ben misera, assai discutibile, vaga come un sogno, mentre la tua, invece, così luminosa, così ricca di possibilità, tanto che, proprio ieri, nonostante la tua giovane età, s'è rivelata e ha brillato in tutto il suo fulgore davanti a più di trentamila greci.»
Oggi lo stagista ha dimostrato che anche Socrate può avere qualcosa da insegnare a un Agatone.

Timbrare il cartellino

Oggi il mio tutor mi ha insegnato che arrivare alle 7:30 di mattina in ufficio ha senso solo se qualcuno di importante passa di lì e vede che ci sei: il giorno che il mio tutor è arrivato in ufficio a quell'ora sono passati presidente e amministratore delegato.

Il venditore d'auto

Oggi il mio tutor ha dispensato un po' della sua conoscenza anche ad altri, tentando di fare formazione a perfino a dei venditori d'auto in una concessionaria. Questi però, percepitene le capacità di ascolto, lo hanno importunato con lamentele per disavventure personali impedendogli di portare completamente a termine il suo compito: il mio tutor è tornato in ufficio convinto della fortuna di avermi come stagista.

lunedì 30 maggio 2011

Il nono comandamento

Oggi il mio tutor mi ha insegnato che desiderare la donna d'altri è peccato, ma desiderare intensamente che quell' "altri" venga meno può portare ai risultati sperati.